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Lui & Lei

Le mie 2 colleghe


di sonoquixvoi
17.12.2024    |    7    |    0 6.0
"Con entrambe nel tempo si era sviluppato un ottimo filling..."
Come ogni anno, lavorando per una azienda con la maggior parte dei clienti all’estero, facevo le ferie in luglio restando a casa in agosto. La famiglia restava alla casa al mare dei suoceri e io solo; quelle sì che erano ferie al di là di trovare i pochi negozi alimentari aperti come ogni agosto in quegli anni. Niente traffico e niente rotture di vario tipo.
Negli uffici eravamo in pochi, il direttore commerciale con alcuni dei suoi collaboratori, il responsabile della ricerca, io per la parte tecnica e due segretarie, Cinzia, 24 anni, la più giovane, abbastanza formosa ma non grassa e Marina appena sopra i 30, sposata con figli che, oltre a un bel culo aveva un paio di gambe spettacolari messe in evidenza dalla sempre presenti gonne corte e super avvolgenti.
Con entrambe nel tempo si era sviluppato un ottimo filling. Con loro spesso trascorrevo le brevi pause caffè alla macchinetta e quasi sempre si finiva con frasi dal doppio senso che solleticavano la mente, (e non solo)… Certo una serata intima a 3 sarebbe stata un sogno!
Entrambe in diversi momenti della giornata venivano nel mio ufficio con la scusa di riporre o prelevare documenti dall’armadio passando lì diverso tempo con la scusa che ero, e sono, un insuperabile disordinato ponendo, guarda caso, il loro culo in bella vista verso la mia scrivania
Entrambe nate al nord, spigliate e disinvolte, di origini meridionali avevano capelli e occhi scuri e quel bel colorito della pelle che pareva perennemente appena un po’ abbronzato, niente a che vedere con le donne del nord a cui ero abituato, bianche, slavate, tranne a fine estate dopo le ferie al mare.
Un pomeriggio Cinzia mi domanda come facessi a sopravvivere in una città deserta, “cosa mangi la sera visto che sei solo” e io “vado avanti a scatolette, tonno, carne in scatola, formaggi stagionati, sottaceti. Certo una bella pasta aglio olio peperoncino me la sogno!”
“Te la faccio io, con i peperoncini e l’olio del mio paese, sentirai che gusto!” rispondo che certo mi piacerebbe e in tutta risposta: “domani sera andiamo a casa tua e te la faccio, poi però mi devi accompagnare a casa di una amica che non lontana”. Ovviamente accetto e la sera dopo a fine lavoro la trovo accanto alla mia auto nei sotterranei della ditta con una sportina contenente quanto promesso.
Arrivati a casa le mostro l’area sala-cucina e il bagno. “Se vuoi, visto il caldo, puoi farti una doccia per rinfrescarti. Dimenticavo, l’aria condizionata la tengo spenta, almeno la sera preferisco l’aria fresca che entra dalle finestre, è per questo che in casa giro a piedi scalzi e con solo gli slip addosso. Spero non ti dia fastidio” per tutta risposta Cinzia mi dice che sarà contenta di adeguarsi al mio look.
“Vai pure in doccia, io intanto preparo un paio di aperitivi freschi!” Va in doccia e non torna più, mi domando cosa stia facendo ma forse si sta solo godendo un po’ di acqua fresca.
Quando arriva ha cambiato look, indossa una vestitino di cotone leggerissimo a fiori decisamente corto, molto corto e che mette tra l'altro in risalto le sue prosperose tette. “Anche io mi sono messa comoda e farò a meno delle scarpe, un vero supplizio quando fa caldo”
La faccio accomodare sul divano che è proprio di fronte alla parete cucina e ci beviamo il nostro aperitivo. Guardando di tanto in tanto le sue gambe semi allargate, mi aumentavano i sudori e così, dopo avergli mostrato la cucina fuggo a mia volta in doccia sperando di sedare con l’acqua fresca la mia imbarazzante e irriducibile erezione.
Fuori dalla doccia torno al divano e accendo la TV che era proprio lì di fronte in un’ansa della zona soggiorno.
Cinzia che aveva nel frattempo preparato la tavola mi dice “dove trovo le pentole?” rispondo “devi aprire l’antina a fianco del forno, alla tua destra, le trovi sul primo ripiano in basso” ricevuta l’indicazione la vedo chinarsi in avanti piegando la schiena per prendere dal mobiletto quel che serve. A quel punto il mio cazzo da poco e a fatica sopito torna a diventare duro come il marmo. Sotto la vestaglia non ha le mutande e lo spettacolo di una figa perfettamente rasata e gonfia con due labbra enormi e lisce come la pelle di un neonato a momenti mi fa venire.
Di li a poco mi chiede dove trovare il sale, rispondo che è nel mobiletto sopra la cappa e anche qui mi va quasi di traverso la saliva. Allungando braccio e busto per prendere il sale inevitabilmente il vestitino sale scoprendo quasi totalmente il suo rotondo e tonico culo. Che spettacolo!
Arriva il momento di scolare la pasta e con il lavandino pieno di piatti e bicchieri dei miei precedenti pasti diventa impossibile posizionare il colapasta. “Mi devi dare una mano, tienimi il colapasta” mi dice e io “vengo, sono pronto a soddisfare ogni tua richiesta!”, con un sorriso ironico dice: “Tutte tutte?” Scoppia un risolino complice. Mi appoggio da dietro a lei e il suo culetto inizia quasi impercettibilmente a muoversi lentamente da destra a sinistra ma ormai, la pasta…è scolata.
Siamo seduti uno difronte all’altra e il suo succinto ed esile vestitino con tutti i bottoni slacciati lascia immaginare quanto di intrigante c'è sotto la sua abbondante scollatura. Si parla e si scherza fino a quando, (guarda il caso), mi casca la forchetta che, (guarda il caso), finisce sotto il tavolo. Inveendo contro me stesso mi abbasso per raccoglierla ma, (ancora guarda caso), non ci arrivo! Vado sotto il tavolo e dico: “Attenta a con calpestarla, e finita proprio tra i tuoi piedi” Ovviamente non perdo l’occasione per dare una sbirciata tra quelle cosce… Do un colpetto con la testa al suo ginocchio sinistro e chiedo scusa. In risposta lei allarga le gambe e mi dice “riesci a vederla adesso?” “Si la vedo ma per il momento non riesco ancora a prenderla”. A quel punto Cinzia si porta più vicino al bordo della sedia strusciando il culo sul vestitino che invece rimane fermo sulla sedia mettendo la sua fantastica passerona ancor più in bella vista. Non ce la faccio più, non resisto! Gli allargo le gambe che non si oppongono alla mia mossa e inizio a leccargliela prima con calma e poi con foga animale.
Qualche minuto dopo riemergo da sotto il tavolo, lei ha il viso completamente rosso e ansima come avesse fatto una corsa podistica.
Le dico, “La pasta era stupenda ma un po’ troppa, che ne pensi se andiamo sul divano a guardare qualche bel film? Non profferisce parola ma annuisce vergognosamente col capo: ci portiamo in sala sul divano. “Non hai qualche bella cassetta?” dice e io rispondo che, oltre a Pippo e Paperino e qualche film di 007, ho solo un filmetto ben celata ma abbastanza piccante!... “Ok, dai fammelo vedere non vedo l'ora ” dice e io rispondo “Il film?” e condividendo un’altra risatina vado a prendere la cassetta. Al ritorno la trovo seduta sul divano dove l’avevo lasciata ma adesso ha una gamba piegata sotto il culo con il tessuto del vestitino ovviamente teso tra una gamba e l’altra. Metto la cassetta nel videoregistratore con il cazzo che vuole prepotentemente uscire dalle mutande, mi siedo accanto a lei, faccio partire il film e metto la mano sulla sua coscia, appena all’interno. La sento fremere. Il film inizia e di lì a poco un cazzo sontuoso dopo essersi sfregato sulla figona dell’attrice inizia a trombarla a dovere.
La mia mano lentamente ma con decisione scorre lungo la coscia spostando il vestito e raggiunge la sua di figona che è letteralmente grondante. Dico “La tua passera è decisamente meglio di quella del film” e mi sposto davanti a lei. Sono in ginocchio e le sto leccando e succhiando, avido come sono, i suoi caldi e bagnati aromi fino a farla godere. Ora tocca a me, mi metto in piedi difronte a lei che mi abbassa gli slip per iniziare un pompino di quelli che ti fanno cedere le ginocchia dal godimento.
La prendo, la giro sul divano e ora ho il suo meraviglioso culo davanti a me. La figa sporge da dietro le gambe unite, è davvero gonfia di desiderio, mi accingo a scoparla ma lei scatta in avanti e mi dice “No, la figa no, mi sono giurata di rimanere vergine fino al giorno del matrimonio, ma il culo SI, il mio culetto se lo vuoi è tuo, adesso. Sono stata a lungo in doccia, ho svitato il soffione per fare una bella pulizia: inculami, inculami forte ti prego, lo voglio”.
Certo più di vent'anni fa c'era ancora qualche ragazza del sud che ci teneva a giungere vergine al matrimonio, oggi non è nemmeno pensabile...
Non so ancora se sto sognando ma il suo culo è lì, difronte a me. La faccio mettere in ginocchio sul divano con il viso verso lo schienale, prendo il lubrificante vaginale che usa mia moglie e lo passo sul suo buco rovente e sulla mia cappella altrettanto rovente, glielo appoggio e poi con calma inizio a spingere. Entra senza troppo sforzo, segno che ha davvero tanta voglia, e che questa non è la sua prima scopata anale. Inizio a pomparla andando a ogni colpo sempre più a fondo fino ad arrivare a far sbattere le palle sulle sue chiappe. Non duro onestamente molto prima di venire ma questa è solo la prima. Per la seconda ci metto molto più tempo e tra un suo sospiro, un gridolino e un altro, sono pronto a godere con lei un’altra volta. Le dico “Sto venendo, tra poco sborro!” e lei: “questa volta vienimi dentro, voglio sentirlo fino alla fine” “ok” rispondo io” però poi me lo devi succhiare fino a lucidarlo completamente” e lei “Dai sbattimi, sbattimi ancora più forte, non parlare, al dopo ci penso io”.
E proprio a quelle parole esplodo fragorosamente sforzandomi di non essere troppo rumoroso.
Adesso sono sdraiato sul divano e lei, di parola, sta lucidandomi con le labbra l’asta che ancora di tanto in tanto pulsa, poi monta sopra di me e si mette a strusciare la sua figa grandiosa sul mio cazzo non ancora completamente moscio. “Stai rischiando, potrebbe risvegliarsi per un colpo ancora e quella bella figa al suo contatto difficilmente arriverebbe integra al tuo matrimonio!”.
Ora però ci sediamo fianco a fianco sul divano e ci vediamo quel che resta del film che intanto scorreva sulla TV.
Dopo una seconda doccia fatta insieme siamo pronti per lasciare la mia casa per andare a portarla dalla amica. “E adesso, che è l’una di notte cosa gli dirai?” Risponde che avrebbe detto che era stata a cena da amici e che aveva fatto tardi.
Torno a casa, sono quasi le 2 di notte, sono stanco ma non riesco a dormire, che serata!!!
Chissà se mi capiterà l'occasione per farmi anche Marina...
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